martedì 4 maggio 2010

Tornano gli ungulati nel Parco

All'ombra delle Pale di San Martino negli ultimi giorni si sono moltiplicate le corna. Niente a che vedere con coniugi infedeli, per carità. La «colpa» è soltanto degli ungulati, che nelle ultime settimane hanno ripreso a presidiare il territorio del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Con il rilascio di alcuni esemplari di stambecco, ha preso infatti avvio una nuova fase dell'operazione di reintroduzione di questo splendido animale nella vallata trentina dominata dalle Dolomiti. Era il 2000 quando in Val Pradidali furono rilasciati, all'interno di un progetto di reintroduzione in loco della Capra Ibex (questo il nome scientifico dello stambecco), cinque maschi e cinque femmine provenienti dalle Alpi Marittime.

Nei successivi due anni la colonia fu rinforzata fino al raggiungimento di trenta capi, per poi arrivare a circa sessanta capi nel 2007, anno in cui si raggiunsero i massimi livelli di presenze di ungulati in zona. Nel 2008 arrivò la mazzata della rogna sarcoptica, che ridimensionò fortemente il contingente di stambecchi ai piedi delle Pale. Si arrivò addirittura ad un minimo di soli venti ungulati, un numero misero che non assicura la conservazione nel tempo della specie. Per questo Parco Naturale e Provincia autonoma di Trento hanno firmato recentemente un protocollo d'intesa nel quale è prevista la prosecuzione dell'operazione di reintroduzione dello stambecco. Si è così provveduto a catturare una decina di capi nelle Marmarole, gruppo montuoso del Centro Cadore dove è presente una colonia di stambecchi i cui fondatori provenivano dal Canton Grigioni, in Svizzera.
Gli esemplari sono stati poi trasferiti in una località nei pressi di Sagron Mis, paese del Primiero. Dopo questa prima fase coincisa con i primi dieci capi catturati, ve ne sarà una seconda analoga nella primavera del 2011, con i medesimi punti di prelievo e di rilascio. Accanto ai tecnici delle realtà istituzionali coinvolte nel progetto, al momento del rilascio erano presenti presidente e direttore del Parco Naturale, rispettivamente pierantonio Cordella ed Ettore Sartori, che hanno avuto modo di sottolineare l'importanza del progetto nello spirito del riconoscimento delle Dolomiti Patrimonio naturale dell'Umanità e come ulteriore tassello della biodiversità. «Un progetto importante – le parole di Sartori – perché rinforza la presenza dello stambecco sulle Pale di San Martino permettendo di continuare un progetto che vede impegnato il Parco da dieci anni».

Info: http://www.parcopan.org/
Fonte: intrentino.to

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